San Giorio di Susa

San Giorio di Susa

Il comune di San Giorio di Susa dista circa quaranta chilometri da Torino ed è situato in una zona altimetrica compresa tra i 306 metri della fondovalle e i 2801 metri della punta Cristalliera.

La sua origine sembra sia dovuta a stanziamenti dei popoli Celto Liguri; dal rinvenimento di un antica pietra miliare romana si ha la conferma che proprio per San Giorio passasse la via consolare per le Gallie, a conferma, il ritrovamento di un alcune monete romane appartenenti all’epoca dell’imperatore Massenzio ritrovate in località Gringiaggio.
Nel X secolo il paese subì la furia distruttrice dei Saraceni, successivamente,  nell’anno 1001, il borgo venne ceduto dall’imperatore Oddone III al marchese Olderico Manfredi e nel 1029 divenne feudo. Dalla metà del XII secolo San Giorio acquisì sempre maggior importanza dal punto di vista militare.

San Giorio di Susa

Il castello conobbe il massimo dell’efficienza bellica nel XV secolo per poi lentamente perdere importanza nel corso del secolo successivo, pur rimanendo sede di un presidio militare.

Di epoca medioevale, viene fatto risalire all’XI secolo; costruito con pietra grezza e gneiss (le cave)si ritiene tuttavia che il sito fosse precedentemente occupato da un oppidum romano (città fortificata priva del confine sacro (pomerio), a sua volta eretto su di un fortilizio pre-romano.

La costruzione comprendeva il Castello Inferiore, di cui non restano che alcune rovine, i muri perimetrali del corpo centrale, privi di merli, e uno spigolo della torre quadrata.

Si può ancora ammirare l’imponenza del Castello Superiore costituito dalla Torre Rotonda, la parte più antica della fortificazione, e dal Maschio che risale al 1300 ed era costituito da una torre quadrata di 26 metri di cui oggi
rimangono pochi resti.

Ai lati del castello si possono notare i resti delle antiche Mura di Cinta che si sviluppavano per una lunghezza complessiva di 500 metri.

Nel 1690 l’esercito di Vittorio Amedeo II, con 20.000 uomini, si accampò a San Giorio dove tenne un  consiglio di guerra contro l’esercito francese di Luigi XIV.

L’8 marzo 1691 il villaggio venne saccheggiato e messo a fuoco dalle truppe del generale Catinat, il castello dato alle fiamme non fu mai più ricostruito.
Scendendo a valle, al di fuori della cinta muraria, si erge la Domus Fortis
o Casaforte che risale al XIV secolo.

La tesi che vuole che tra i feudatari di San Giorio fossero presenti sia quelli fedeli al Papa, sia quelli fedeli all’imperatore, è avvalorata proprio dalla merlatura ghibellina a forma di coda di rondine della Casaforte, mentre merli guelfi , quadrati, orlano il Castello.

Il Castello e la Casaforte costituiscono, con il Campanile Romanico dell’XI
secolo, con la Cappella di San Lorenzo (detta del Conte) e con il Monumento Nazionale di piazza Velino del secolo XIV il Pentagono monumentale di San Giorio.

La cappella di San Lorenzo del1328 è la sede distaccata del Museo Diocesano di Arte Sacra di Susa. Restaurata nel duemila offre ai visitatori, con i suoi affreschi ben conservati, uno spaccato di storia, arte e religiosità medievale.

Adiacente al lato sud esiste una roccia coppellata di epoca celtica di grande
interesse. È aperta al pubblico con visite guidate nei pomeriggi festivi da aprile a ottobre.

Un affresco del 400, raffigurante San Giorgio che vince il drago, arricchisce la facciata della Cappella di San Sebastiano.

La Chiesa Parrocchiale, dedicata a San Giorgio Martire ed edificata nel
secolo XI e XII, poi successivamente ampliata nel 1836 e restaurata del 1983-84, conserva la Pala d’altare, dipinta da Bartolomeo Giuliano del 1852; della Chiesa Parrocchiale si può anche ammirare la Vetrata policroma sopra l’Orchestra, realizzata nell’anno Santo 1950 con il tema di San Giorgio che trafigge il Drago e libera la fanciulla. San Giorgio trionfante
tra gli angeli è invece rappresentato dal Morgari nell’affresco sulla volta della navata centrale della Chiesa, sempre della Chiesa Parrocchiale suggestivo è l’angolo in cui capeggia il Confessionale e Pulpito Settecentesco.

A lato della parrocchia si può inoltre scorgere la Porta dl’Ort, risalente al XIII secolo.

Motivo di richiamo sono le numerose e caratteristiche Cappelle Montane, tra cui Sant’Anna a Città.

Ricco e variegato il patrimonio di piloni votivi, fontane e lavatoi, dislocati su tutto il territorio comunale

 

 

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