Parco Naturale Orsiera Rocciavré

Parco Orsiera
Il Parco si estende nelle Alpi Cozie Settentrionali, su territori di
pertinenza delle valli Chisone, Susa e Sangone.

I confini dell’area protetta corrono mediamente a una quota
altimetrica di 1400 metri e le cime più importanti comprese al loro
interno non raggiungono i 3000 metri: m 2890 il Monte Orsiera, 2778
il Monte Rocciavrè, m 2852 la Punta Rocca Nera.
Il massiccio dell’Orsiera-Rocciavrè è costituito da rocce di origine
diversa, la cui presenza può essere compresa se si riconduce al
processo di orogenesi alpina.
Gran parte di esso, comprese le sue vette principali, è costituita
da rocce, dette ofioliti o pietre verdi (complesso dei calcescisti
con Ofioliti), derivanti dal fondale dell’antico bacino oceanico
preesistente.

Altre rocce, dette della falda continentale e derivanti dai margini
delle zolle (complesso Dora-Maira), si trovano invece alla periferia
del massiccio. I loro affioramenti sfiorano l’area del Parco a sud
est, estendendosi a quota poco elevata lungo le valli del Sangone e
del Sangonetto e nel vallone di Selleries, fin sotto la punta
Cristalliera; le stesse rocce si inseriscono entro il massiccio
Orsiera-Rocciavrè, formando un nucleo centrale coperto dalla falda
ofiolitica.

La storia “recente” delle montagne del Parco é caratterizzata dal
modellamento operato dall’erosione. È evidente l’azione delle
glaciazioni di epoca Quaternaria per la presenza di morene, laghi di
circo e sbarramento glaciale (Lago di Chardonnet, Lago del Laus
e Lago La Manica, Lago Sottano, Lago Soprano ), rocce montonate e
valli a “U”.
Sono altresì presenti accumuli di detriti e frane; particolarmente
suggestivo il paesaggio cosparso di grossi blocchi nella conca di
Cassafrera, nel cuore del Parco.

Orogenesi alpina
Fino a circa 180 milioni di anni fa (Mesozoico Inferiore) la zona
attualmente occupata dalle Alpi faceva pare di un’unica piattaforma
continentale che riuniva Europa ed Africa. In seguito, nel Mesozoico
Intermedio, la zolla continentale fu sottoposta a zone distensive
che ne provocarono il progressivo assottigliamento e quindi la
frattura in due parti, due nuovi continenti separati da un bacino
oceanico. Sul fondale basaltico di quest’ultimo andarono
depositandosi sedimenti di spessore progressivamente crescente.
Dopo alcune decine di milioni di anni, nel Mesozoico Superiore,
incominciò un processo di riavvicinamento delle due zolle
continentali, esso comportò prima lo scivolamento della crosta
oceanica al di sotto della crosta africana e poi, nel Terziario
Inferiore (da 60 a 30 milioni di anni fa) la collisione dei due
continenti. I margini delle due zolle si deformarono e si
accavallarono progressivamente; le condizioni di pressione e
temperatura determinate dal movimento furono all’origine di estesi
fenomeni di metamorfismo a carico delle preesistenti rocce di natura
ignea o sedimentaria.

Ofioliti o pietre verdi
Tra le rocce della falda ofiolitica si possono distinguere quelle
che si sono originate dal metamorfismo delle rocce sedimentarie
ricche in calcio presenti sul fondale oceanico (calcescisti, marmi,
quarziti) e quelle che derivano dal metamorfismo delle rocce
magmatiche della litosfera oceanica (serpentiniti, metabasalti,
eclogiti, anfiboliti e metagabbri).
I calcescisti si trovano soprattutto nella zona Nord e Ovest del
Parco, presso il Monte Pelvo e il Colle delle Finestre, qua e là
interrotti da affioramenti di marmi o quarziti; le serpentiniti
costituiscono tutta la fascia di cresta dal Monte Orsiera al
Rocciavrè e alla valle del Sangone; i metabasalti formano la Punta
Rocca Nera e i suoi dintorni; le eclogiti e i metagabbri affiorano
nell’area sud-orientale del Parco, dal Monte Robinet alla Punta del
Lago, al Sangone, dove terminano le rocce della copertura ofiolitica
e cominciano ad affiorare quelle della falda continentale.
Falda continentale
La falda continentale è costituita in prevalenza da micascisti e
gneiss. Anche in questo caso il metamorfismo ha interessato in parte
materiale sedimentario o già metamorfosato, originando micascisti,
gneiss minuti e scisti grafitici, in parte rocce ignee di tipo
granitico, originando gneiss occhiadini.

testo tratto dal sito
Parco Orsiera Rocciavrè

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